LIBRI DA LEGGERE




Ogni anno, il 27 gennaio, si celebra il Giorno della Memoria, per ricordare le vittime dell’Olocausto. E’ un’occasione per riflettere sulla tragedia dello sterminio degli ebrei da parte dei nazisti, e quest’anno, dopo i tragici fatti di Parigi e in Nigeria, assume un rilievo particolare. Ogni anno gli editori di tutto il mondo nelle settimane che precedono la ricorrenza portano nelle librerie romanzi e saggi legati, direttamente o indirettamente, alla tragedia dello sterminio.

 –Il romanzo d’esordio della giornalista irlandese Audrey Magee, Quando tutto sarà finito, arriva nelle librerie italiane per Bollati Boringhieri.  Il libro racconta (per dialoghi)  la storia di un “amore per caso”: da una parte la Berlino in guerra, dall’altra  il fronte russo a Stalingrado. Tra i personaggi del romanzo, un padre convinto seguace della dottrina nazista: è questo il personaggio che meglio di tutti rappresenta la Germania del tempo, quella della “banalità del male”, quella della gente comune che ritiene legittimo impadronirsi delle case degli ebrei deportati, stanare i fuggiaschi e continuare a brindare alla vittoria e a godere dei privilegi conquistati all’interno del regime anche quando la realtà annuncia la sconfitta.



In Tracce di memoria (Giunti) Peter Lantos ripercorre la sua odissea di ebreo ungherese, prima a Bergen-Belsen poi sotto il regime comunista. Il suo racconto è la testimonianza di una generazione che ha vissuto anni terribili scanditi dall’orrore del nazismo e dall’oppressione stalinista.

Tra le uscite Rizzoli per il Giorno della Memoria segnaliamo La memoria rende liberi – La vita interrotta di una bambina nella Shoah, scritto da Enrico Mentana, direttore del Tg di La7, con una delle ultime testimoni, Liliana Segre.
Valentine Goby, classe ’74, autrice di otto romanzi e di numerosi libri per ragazzi, arriva nelle librerie italiane con Una luce quando è ancora notte (Guanda), che ha vinto nel 2014 il Prix des Libraires. Il suo è un romanzo che racconta la speranza di uscire dal lager, incisa nel corpo e nell’anima.



L’autore tedesco Reinhard Kleist arriva in Italia per presentare il graphic novel Il pugile (Bao Publishing), storia vera di Hertzko Haft, sopravvissuto ai lager nazisti grazie alla boxe. Il tour di presentazione del libro toccherà le città di Roma, Genova, Trieste e Milano, con incontri nelle scuole, nelle librerie e in alcune sedi del Goethe-Institut nei giorni compresi tra il 27 e il 31 gennaio.

Per la Giornata della Memoria 2015 Bompiani propone Triestedella croata Daša Drndić, accolto in Francia – dov’è tradotto da Gallimard – e in altri paesi come un grande romanzo, e posizionato sulla stessa strada di Sebald e Don DeLillo. Un libro sulle conseguenze del male piuttosto che sulla sua pretesa banalità.

Un padre sopravvissuto al campo di Auschwitz, un figlio che gli vive accanto e si assume il compito di dare voce al suo silenzio. Esce per Laterza un testo toccante e autobiografico, Il silenzio di Abram di Marcello Kalowski.


Un mondo senza noi (Piemme) di Manuela Dviri (prefazione di Gad Lerner) racconta la saga di due famiglie di ebrei italiani nel vortice delle leggi razziali e della Shoah, e lo fa dal punto di vista di una figlia.


Con la pubblicazione della finta autobiografia di Howard HughesClifford Irving diventò una leggenda non solo grazie al suo talento per la scrittura, ma anche per il notevole talento per il falso. Denunciato dallo stesso Hughes, fu condannato a diciassette mesi di carcere, ma la sua storia e la sua fama erano ormai diventate planetarie. Oggi i suoi romanzi, tra cui L’angelo del campo, sono pubblicati dal figlio in sola edizione digitale negli Stati Uniti. Il protagonista di questo “repechage d’autore” proposto da Longanesi è il capo ispettore della Omicidi a Berlino, un eroe di guerra che ha perso un braccio sul fronte russo. Siamo nel 1943, e l’uomo non riesce a credere a quello che si dice sui campi di concentramento



Come si può reagire quando si capisce che la persona che si ha di fronte incarna il male assoluto? E’ possibile cancellare un passato criminoso con un comportamento irreprensibile? Si ha il diritto di offrire perdono anche se non si è la vittima diretta di un’ingiustizia?  In Intenso come un ricordo (Corbaccio) Jodi Picoult risponde a queste domande e offre una nuova prospettiva sull’Olocausto.


L’architetto ebreo, di origine ungherese, Pali Meller, viene denunciato e arrestato per aver falsificato un documento nel quale si attestava la sua appartenenza alla razza ariana. Vedovo da tempo, deve lasciare i suoi due figli, Paul di 11 anni e Barbara di 7, alla governante. Ora esce per Marsilio Baci di carta – Lettere di un padre ebreo dalla prigione, 1942/43,  che raccoglie i testi, emozionanti, che scrisse dalla prigionia.


Ne Il bambino di Auschwitz (Newton Compton), ispirato a una storia vera, Suzy Zail racconta il commovente tentativo di restare bambini nell’inferno di un campo di concentramento.

I ragazzi del ghetto (Sperling & Kupfer) di David Safier, un romanzo che racconta la resistenza del ghetto di Varsavia contro la barbarie dell’Olocausto. La protagonista, la coraggiosa Mira, è una ragazzina ebrea che sfida la polizia e fa un incontro speciale…


Johann Chapoutot, uno specialista dei totalitarismi europei, nel saggio Einaudi Controllare e distruggere – Fascismo, nazismo e regimi autoritari in Europa (1918-1945) propone un’autorevole ricostruzione del fulmineo sviluppo – e del gigantesco seguito di popolo che lo accompagnò – delle ideologie autoritarie in Italia e Germania, ma anche in Spagna, Portogallo e Austria.


 La memoria dei fiori – Il diario di Rywka Lipszyc, in libreria per Garzanti. Un libro (che può contare anche su un ampio apparato iconografico) che racconta la vera storia di una bambina del ghetto di Lódz, una delle centinaia di migliaia di ragazzine ebree vissute durante l’occupazione nazista che non hanno mai avuto l’opportunità di provare le gioie e le pene dell’adolescenza.


La Storia di Erika
di Ruth Vander Zee
E’ il racconto di una bambina che si salva dalla Shoah perché la madre la getta dal treno diretto al campo di sterminio. In questa immagine vediamo proprio la scena in cui Erika conquista la vita, il piccolo fagottino rosa in un mondo grigio e lugubre.






Sopravvissuta ad Auschwitz. Liliana Segre, una delle ultime testimoni della Shoa.
di Emanuela Zuccalà.
Quando fu liberata, con l'arrivo degli Alleati, Liliana Segre aveva 14 anni e pesava 32 kg. Come abbia potuto sopravvivere nell'inferno di Auschwitz in quelle condizioni, non sa spiegarselo ancora oggi. Non è mai più ritornata ad Auschwitz. Dopo tanti anni di voluto silenzio, la donna ha deciso di testimoniare per una serie di ragioni private e universali insieme: il debito verso i suoi cari scomparsi ad Auschwitz; la fede nel valore della memoria, e nella necessità di tenerla viva per tutti coloro che verranno dopo. Perr tutti è importante conoscere ciò che successe allora e ricordare? Perché simili aberrazioni della storia non si ripetano più.




Gli occhi di mia madre
di Anna Ornstein
Tutto comincia con una domanda fatta a tavola: «Cosa significa libertà?». La risposta di Anna, la mamma, è un racconto. È la storia sua e della nonna, al tempo dell’invasione nazista dell’Ungheria.
Ebrea, a diciassette anni viene scaraventata con la madre nell’inferno di Auschwitz. In queste pagine la Shoah è vista con occhi di ragazza, che immersi nella tragedia sanno scorgere anche particolari curiosi e talvolta buffi.
Le due donne sono sopravvissute; dopo la fine della guerra Anna è emigrata negli Stati Uniti, dove ha svolto la professione di psichiatra infantile.
Solo a distanza di anni è riuscita a parlare della sua vita prima, durante e dopo la deportazione. E, proprio a partire dalla domanda sulla libertà di sua figlia, ha iniziato a scrivere questi racconti, uno all’anno, in occasione della Pasqua ebraica.



Storia della Shoah
di Georges Bensoussan
"Tra il 1939 e il 1945, la Germania nazista, assecondata da molteplici complicità, ha sterminato circa 6 milioni di ebrei europei nel silenzio pressoché totale del mondo. Le è mancato solo il tempo per distruggere l'intero popolo ebraico come aveva deciso. Questa è la realtà cruda del genocidio ebraico, Shoah nella lingua ebraica. La decisione di "far scomparire" il popolo ebraico dalla terra, la determinazione di decidere chi deve e chi non deve abitare il pianeta, spinta alle sue ultime conseguenze, segna la specificità di un'impresa, unica a tutt'oggi, tesa a modificare la configurazione stessa dell'umanità."
La sua è una delle tante “voci della memoria” che ci aiutano a non dimenticare.
«Io divenni gli occhi e le mani di mia madre e lei, in cambio, faceva lavorare il cervello per tutte e due».

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