Il discorso di Mussolini sulla superiorita' della razza
La Vita è Bella (1997)
Il
“Manifesto della razza” (1938)
(Da “La difesa della
razza”, direttore Telesio Interlandi, anno I, numero 1, 5 agosto 1938, p.
2).
Il ministro segretario del partito ha ricevuto, il 26 luglio XVI, un
gruppo di studiosi fascisti, docenti nelle università italiane, che hanno,
sotto l’egida del Ministero della Cultura Popolare, redatto o aderito, alle
proposizioni che fissano le basi del razzismo fascista.
1. Le razze umane
esistono. La esistenza delle razze umane non è già una astrazione del nostro
spirito, ma corrisponde a una realtà fenomenica, materiale, percepibile con i
nostri sensi. Questa realtà è rappresentata da masse, quasi sempre imponenti di
milioni di uomini simili per caratteri fisici e psicologici che furono
ereditati e che continuano ad ereditarsi.
Dire che esistono le razze umane non vuol dire a priori che esistono
razze umane superiori o inferiori, ma soltanto che esistono razze umane
differenti.
2. Esistono grandi
razze e piccole razze. Non bisogna soltanto ammettere che esistano i gruppi
sistematici maggiori, che comunemente sono chiamati razze e che sono
individualizzati solo da alcuni caratteri, ma bisogna anche ammettere che
esistano gruppi sistematici minori (come per es. i nordici, i mediterranei, i
dinarici, ecc.) individualizzati da un maggior numero di caratteri comuni.
Questi gruppi costituiscono dal punto di vista biologico le vere razze, la
esistenza delle quali è una verità evidente.
3. Il concetto di
razza è concetto puramente biologico. Esso quindi è basato su altre considerazioni
che non i concetti di popolo e di nazione, fondati essenzialmente su
considerazioni storiche, linguistiche, religiose. Però alla base delle
differenze di popolo e di nazione stanno delle differenze di razza. Se gli
Italiani sono differenti dai Francesi, dai Tedeschi, dai Turchi, dai Greci,
ecc., non è solo perché essi hanno una lingua diversa e una storia diversa, ma
perché la costituzione razziale di questi popoli è diversa. Sono state
proporzioni diverse di razze differenti, che da tempo molto antico
costituiscono i diversi popoli, sia che una razza abbia il dominio assoluto
sulle altre, sia che tutte risultino fuse armonicamente, sia, infine, che
persistano ancora inassimilate una alle altre le diverse razze.
4. La popolazione
dell’Italia attuale è nella maggioranza di origine ariana e la sua civiltà
ariana. Questa popolazione a civiltà ariana abita da diversi millenni la nostra
penisola; ben poco è rimasto della civiltà delle genti preariane. L’origine
degli Italiani attuali parte essenzialmente da elementi di quelle stesse razze
che costituiscono e costituirono il tessuto perennemente vivo dell’Europa.
5. È una leggenda
l’apporto di masse ingenti di uomini in tempi storici. Dopo l’invasione dei
Longobardi non ci sono stati in Italia altri notevoli movimenti di popoli
capaci di influenzare la fisionomia razziale della nazione. Da ciò deriva che,
mentre per altre nazioni europee la composizione razziale è variata
notevolmente in tempi anche moderni, per l’Italia, nelle sue grandi linee, la composizione
razziale di oggi è la stessa di quella che era mille anni fa: i quarantaquattro
milioni d’Italiani di oggi rimontano quindi nella assoluta maggioranza a
famiglie che abitano l’Italia da almeno un millennio.
6. Esiste ormai
una pura “razza italiana”. Questo enunciato non è basato sulla confusione del
concetto biologico di razza con il concetto storico-linguistico di popolo e di
nazione ma sulla purissima parentela di sangue che unisce gli Italiani di oggi
alle generazioni che da millenni popolano l’Italia. Questa antica purezza di
sangue è il più grande titolo di nobiltà della Nazione italiana.
7. È tempo che gli
Italiani si proclamino francamente razzisti. Tutta l’opera che finora ha fatto
il Regime in Italia è in fondo del razzismo. Frequentissimo è stato sempre nei
discorsi del Capo il richiamo ai concetti di razza. La questione del razzismo
in Italia deve essere trattata da un punto di vista puramente biologico, senza
intenzioni filosofiche o religiose. La concezione del razzismo in Italia deve essere
essenzialmente italiana e l’indirizzo ariano-nordico. Questo non vuole dire
però introdurre in Italia le teorie del razzismo tedesco come sono o affermare
che gli Italiani e gli Scandinavi sono la stessa cosa. Ma vuole soltanto
additare agli Italiani un modello fisico e soprattutto psicologico di razza
umana che per i suoi caratteri puramente europei si stacca completamente da
tutte le razze extra-europee, questo vuol dire elevare l’Italiano ad un ideale
di superiore coscienza di se stesso e di maggiore responsabilità.
8. È necessario
fare una netta distinzione fra i Mediterranei d’Europa (Occidentali) da una
parte gli Orientali e gli Africani dall’altra. Sono perciò da considerarsi
pericolose le teorie che sostengono l’origine africana di alcuni popoli europei
e comprendono in una comune razza mediterranea anche le popolazioni semitiche e
camitiche stabilendo relazioni e simpatie ideologiche assolutamente
inammissibili.
9. Gli ebrei non
appartengono alla razza italiana. Dei semiti che nel corso dei secoli sono
approdati sul sacro suolo della nostra Patria nulla in generale è rimasto.
Anche l’occupazione araba della Sicilia nulla ha lasciato all’infuori del
ricordo di qualche nome; e del resto il processo di assimilazione fu sempre
rapidissimo in Italia. Gli ebrei rappresentano l’unica popolazione che non si è
mai assimilata in Italia perché essa è costituita da elementi razziali non
europei, diversi in modo assoluto dagli elementi che hanno dato origine agli
Italiani.
10. I caratteri
fisici e psicologici puramente europei degli Italiani non devono essere
alterati in nessun modo. L’unione è ammissibile solo nell’ambito delle razze
europee, nel quale caso non si deve parlare di vero e proprio ibridismo, dato
che queste razze appartengono ad un ceppo comune e differiscono solo per alcuni
caratteri, mentre sono uguali per moltissimi altri. Il carattere puramente
europeo degli Italiani viene alterato dall’incrocio con qualsiasi razza
extra-europea e portatrice di una civiltà diversa dalla millenaria civiltà degli
ariani.
Commenti
Posta un commento