IL NAZISMO



 


Nazionalsocialismo  (nazismo)

nazionalsocialismo Complesso ideologico (comunemente noto nella forma abbreviata nazismo) elaborato in Germania soprattutto da A. Hitler in Mein Kampf e divenuto sistema di governo dal 1933 al 1945. Principio centrale di esso è il mito della superiorità della razza ariana. L’individualismo democratico fu ripudiato in funzione del nuovo principio della ‘comunità’, etnicamente e biologicamente intesa come riunione di tutti i Tedeschi in una sola grande Germania sotto la guida di un capo carismatico, il Führer. Come movimento politico si impose attraverso il Partito nazionalsocialista, costituito ufficialmente a Monaco di Baviera nell’aprile 1920; ebbe come animatori G. Feder, teorico del movimento, il poeta razzista e populista D. Eckart, R. Hess, H. Göring, A. Rosenberg e soprattutto Hitler, con la cui biografia s’identifica in gran parte la storia del partito. Limitato dapprima a un raggio d’azione puramente bavarese, il partito tentò nel 1923 a Monaco un fallito colpo di Stato (Putsch). Ricostituito nel 1925, fu da allora in continua ascesa, finché nel 1933 Hitler fu nominato cancelliere e poi ottenne i pieni poteri. Da allora la storia del Partito nazionalsocialista si confonde con quella stessa della Germania. Fu disciolto in seguito alla sconfitta del 1945.
 
 
Partito nazionalsocialista (National-sozialistische deutsche Arbeiterpartei, NSDAP) Partito politico tedesco, fondato nel 1920 e sciolto nel 1945. Esso fu costituito ufficialmente a Monaco nell’apr. 1920, dopo una fase di elaborazione in seno alla Deutsche Arbeiterpartei di A. Drexler. La NSDAP ebbe come animatori G. Feder, teorico del movimento, il poeta razzista e populista E. Eckart, R. Hess, H. Göring, A. Rosenberg e soprattutto A. Hitler, la cui biografia s’identifica in gran parte con la storia del partito. Basato sui principi ideologici del nazionalsocialismo, e sua principale espressione organizzata, ha conosciuto un’organizzazione tipicamente paramilitare, ben visibile in alcune formazioni particolari (1921: Sturm-Abteilungen, SA, o squadre di assalto; 1923: Hitler Stoss-truppe, dal quale derivarono le SS, Schutz-Staffeln, o squadre di protezione, vera aristocrazia militare del partito). Limitato a un raggio d’azione puramente bavarese fino al 1925, il partito tentò l’8 nov. 1923 a Monaco un colpo di Stato (Putsch) d’accordo con E. Ludendorff; fallito questo, e imprigionato Hitler, fu costretto a fondersi coi movimenti populisti capeggiati dallo stesso Ludendorff. Ricostituito nel 1925, riorganizzato su base centralistica e secondo il principio gerarchico del Führer (di evidente influsso fascista), il partito uscì fuori dal semplice ambito bavarese (1925: Nord della Germania; 1926: Franconia, Turingia, Sassonia, Baden, Württemberg, Hannover) e da allora fu in continua ascesa. Alle elezioni del 1928 raccolse 800.000 voti e 12 mandati al Reichstag; nel gennaio 1930 vide per la prima volta un proprio membro ministro (W. Frick, ministro dell’Interno in Turingia); alle elezioni del 1930 riportò sei milioni e mezzo di voti e 107 mandati (questi, alle elezioni del 1932, salirono a 230). Hitler, che alle elezioni presidenziali del 1932 aveva riportato 13.400.000 voti, fu nominato il 30 gennaio 1933 cancelliere e, dopo la netta vittoria del partito alle elezioni del 5 marzo, ottenne i pieni poteri (23 marzo 1933). Da allora la storia della NSDAP, che, con la repressione cruenta della cosiddetta rivolta di E. Röhm (30 giugno 1934), liquidò gli alleati di un tempo, i tedesco-nazionali e gli Elmi d’acciaio, coincise con quella stessa della Germania nazista, di cui costituì la vera struttura dirigente e il principale apparato organizzativo e burocratico, curando al tempo stesso l’attività di propaganda del regime e la irrigimentazione delle masse da esso voluta. In seguito alla sconfitta del 1945 il partito venne disciolto; i suoi capi furono accusati di crimini contro l’umanità al processo di Norimberga.

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